28 August 2011

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI LOCARNO e fondamentalismi religiosi.

 

Correva l’anno del Signore 1498. Il frate Girolamo Savonarola, biblioclasta e fanatico integralista contro l’espressione artistica, veniva messo al rogo sulla pubblica piazza dalla Signoria di Firenze. La cultura fiorentina si libera così di un fardello della dottrina, dando così ossigeno al Rinascimento. La Modernità dell’uomo, il suo pensiero libero, le arti e la cultura sono al loro massimo splendore, allorquando ancora certi reazionari avrebbero voluto mantenere l’uomo nella condizione di sottomissione culturale e sudditanza ecclesiale.
L’espressione maligna e malsana di un assioma religioso tipico delle culture monoteiste, e di alcuni loro gestori, riaffiora periodicamente a fomentare e alimentare la cultura dell’ignoranza, laddove la fede è solo pretesto e strumento di terrorismo sia verbale che di pensiero, oltre che di un paradossale sovvertimento dei concetti morali e fondamenta istituzionali.
Anche quest’anno gli attacchi di Armando Dadò al Festival Internazionale del Film di Locarno hanno il tenore di una crociata cattolica contro coloro che fanno cultura; una sorta di crociata un po’ troppo pop, proprio per le esternazioni – riportate dalla stampa – molto imbarazzanti per la loro pochezza e scarsa conoscenza della cultura contemporanea …ma tant’è!. Il dogma ciellino che si infiltra paurosamente entro la fede religiosa e nelle istituzioni pubbliche mira fondamentalmente alla sottomissione a un precetto da osservare e basta; una scuola di pensiero a senso unico e paurosamente collettiva e fanatica.
Ci sembra importante ricordare, anche se ciò è del tutto casuale, che il partito di Dadò è anche quello di Franco Gianoni, co-proprietario con altre famiglie PPD, del Grand Hotel Locarno e che dopo un acceso dibattito a Con_testo (RSI) tra Franco Gianoni e Marco Solari, presidente del Festival di Locarno, iniziarono i colpi bassi sferzati dalla vecchia demo-cristianità a Piazza Grande. Segue Dadò attorno a Bruce LaBruce (Con_testo, RSI) e quest’anno contro Abel Ferrara. Dogma religioso o interesse di casta? Mistero della fede…

Per quanto attiene alla moralità o al moralismo è altrettanto imbarazzante apprendere, sempre dalla stampa, la proposta di Antonio Perugini di istituire la figura dell’“operatore di strada”, al solo scopo (apparentemente) di contrastare il “disagio giovanile”, espresso un po’ dappertutto nel mondo con atteggiamenti di violenza o attraverso l’abuso di alcol e/o droghe. Una sorta di Gestapo in borghese, quella del nostro PP, che dovrebbe infiltrarsi nei ritrovi di giovani e tra i giovani per ascoltarne i discorsi, monitorare i comportamenti etc. Un’altra preoccupante forma di controllo, indottrinamento e proselitismo, quali sono gli scopi reali di Comunione e Liberazione, setta che mira agli alti ranghi della politica e della scuola e della cultura. Le ideologie, grande invenzione borghese, sempre riaffiorano quando la società è in crisi di identità.
La soluzione al problema di Comunione e Liberazione e dell’avanzata del fascio-cattolicesimo, fenomeno che si pone in antitesi alla Modernità, al progresso e alla cultura della libera opinione, sarebbe quella di impedire che la Storia torni indietro, che lo Stato si trasformi in un grande tribunale religioso e che la lobotomia venga reintrodotta. Il processo di democratizzazione, il concetto di progresso e le sue conquiste sociali, ci vietano di mettere al rogo la retroguardia. Il Rinascimento ha prevalso su Savonarola, il Festival Internazionale del Film di Locarno prevarrà su Dadò, che nemmeno sarà ricordato come personalità di spicco della Storia.

Mario Casanova, 2011